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"SAI CHE IL SIGNORE TI VUOLE BENE?" |
FIORETTI DI SAN FRANCESCO
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CAPITOLO XVI. Come san Francesco ricevette il consiglio di santa Chiara e del santo frate Silvestro, che dovesse predicando convertire molta gente; e fece il terzo Ordine, e predicò alli uccelli, e fece stare quete le rondine. L’umile servo di Cristo san Francesco, poco tempo dopo la sua conversione, avendo già raunati molti compagni e ricevuti all’ordine, entrò in grande pensiero e in grande dubitazione di quello che dovesse fare; ovvero d’intendere solamente ad orare, ovvero alcuna volta a predicare: e sopra ciò desiderava molto di sapere la volontà di Dio. E perocchè la santa umiltà ch’era in lui non lo lasciava presumere di sè nè di sue orazioni, pensò di cercarne la divina volontà coll’orazioni altrui: ond’egli chiamò frate Masseo e disseli così: Va’ a suora Chiara e dille da mia parte ch’ella con alcune delle più spirituali compagne divotamente preghino Iddio che li piaccia di dimostrarmi qual sia il meglio; o ch’io intenda a predicare o solamente all’orazione. E poi va’ a frate Silvestro e digli il simigliante. Costui era stato nel secolo ed era quel frate Silvestro il quale avea veduto una croce d’oro procedere dalla bocca di san Francesco, la quale era lunga insino al cielo e larga insino alle stremità del mondo: ed era questo frate Silvestro di tanta divozione e di tanta santità che di ciò che chiedea a Dio impetrava ed era esaudito, e spesse volte parlava con Dio; e però san Francesco avea in lui grande divozione. Andonne frate Masseo, e secondo il comandamento di san Francesco fece l’ambasciata prima a santa Chiara e poi a frate Silvestro. Il quale, ricevuta che l’ebbe, immantinente si gittò in orazione, e orando ebbe la divina risposta, e tornò a frate Masseo, e disse così: Questo dice Iddio che tu dichi a frate Francesco; che iddio non lo ha chiamato in questo stato solamente per sè, ma acciocchè faccia frutto delle anime, e molti per lui sieno salvati. Avuto questa risposta, frate Masseo tornò a santa Chiara a sapere quello ch’ella avea impetrato da Dio; ed ella rispose che ella e l’altre compagne aveano avuta da Dio quella medesima risposta la quale avea avuta frate Silvestro. Con questa ritornò frate Masseo a san Francesco; e san Francesco il ricevè con grandissima caritade, lavandoli li piedi e apparecchiandoli il desinare, e dopo mangiare, san Francesco chiamò frate Masseo nella selva; e quivi dinanzi a lui si inginocchiò e trassesi il cappuccio, facendo croce delle braccia, e domandollo: Che comanda ch’io faccia il mio Signore Gesù Cristo? Risponde frate Masseo: Sì a frate Silvestro, e sì a suora Chiara colla sirocchia, che Cristo avea risposto e rivelato: che la sua volontà si è, che tu vadi per lo mondo a predicare, perocchè egli non t’ha eletto pur per te solo, ma eziandio per la salute degli altri. E allora san Francesco, udito ch’egli ebbe questa risposta e conosciuta per essa la volontà di Gesù Cristo, si levò su con grandissimo fervore e disse: Andiamo al nome di Dio; e prende per compagno frate Masseo e frate Agnolo, uomini santi. E andando con empito di spirito, senza considerare via o semita, giunsono a uno castello che si chiama Savurniano, e san Francesco si puose a predicare, e comandò prima alle rondine, che cantavano, che tenessono silenzio insino a tanto ch’egli avesse predicato; e le rondine l’ubbidirono ed ivi predicò in tanto fervore che tutti gli uomini e le donne di quel castello, per divozione, gli voleano andare dietro e abbandonare il castello: ma san Francesco non lasciò dicendo loro: Non abbiate fretta e non vi partite; e io ordinerò quello, che voi dobbiate fare per salute dell’anime vostre: e allora pensò di fare il terzo Ordine, per universale salute di tutti. E così lasciandoli molto consolati e bene disposti a penitenza, si partì di quindi, e venne tra Cannaio e Bevagno. E passando oltre con quello fervore, levò gli occhi, e vide alquanti arbori allato alla via in su’ quali era quasi infinita moltitudine d’uccelli; di che san Francesco si maravigliò e disse a’ compagni: Voi m’aspettarete qui nella via, e io andrò a predicare alle mie sirocchie uccelli. E entrò nel campo, e cominciò a predicare agli uccelli, ch’erano in terra; e subitamente quelli ch’erano in su gli arbori, se ne vennero a lui, e insieme tutti quanti istettono fermi, mentre che san Francesco compiè di predicare; e poi anche non si partivano, insino a tanto ch’ egli diè loro la benedizione sua. E secondo che recitò poi frate Masseo e frate Iacopo da Massa, andando san Francesco fra loro toccandoli colla cappa, nessuno perciò si movea. La sustanza della predica di san Francesco fu questa: Sirocchie mie uccelli, voi siete molto tenute a Dio vostro Creatore, e sempre ed in ogni luogo il dovete laudare, imperocchè v’ha dato libertà di volare in ogni luogo, anche v’ha dato il vestimento duplicato e triplicato, appresso perchè riserbò il seme di voi in nell’arca di Noè, acciocchè la spezie vostra non venisse meno; ancora gli siete tenuti per lo elemento dell’aria che egli ha diputato a voi; oltre a questo, voi non seminate e non mietete; e Iddio vi pasce, e davvi li fiumi e le fonti per vostro bere; davvi gli monti e le valli per vostro rifugio e gli albori alti per fare li vostri nidi; e conciossiacosachè voi non sappiate filare, nè cucire, Iddio vi veste, voi e’ vostri figliuoli; onde molto vi ama il vostro Creatore, poich’egli vi dà tanti beneficii; e però guardatevi, sirocchie mie, del peccato della ingratitudine, e sempre vi studiate di lodare Iddio. Dicendo loro san Francesco queste parole, tutti quanti quelli uccelli cominciarono ad aprire i becchi, e distendere i colli, e aprire l’ali, e reverentemente inchinare i capi infino a terra, e con atti e con canti dimostrare che ’l Padre santo dava loro grandissimo diletto: e san Francesco con loro insieme si rallegrava e dilettava, e maravigliavasi molto di tanta moltitudine d’uccelli e della loro bellissima varietà e della loro attenzione e famigliarità per la qual cosa egli in loro divotamente lodava il Creatore. Finalmente compiuta la predicazione, san Francesco fece loro il segno della croce; e diè loro licenza di partirsi, e allora tutti quelli uccelli si levarono in aria con maravigliosi canti; e poi, secondo la croce ch’avea fatto loro san Francesco, si divisono ’n quattro parti; e l’una parte volò inverso l’Oriente, e l’altra inverso l’Occidente, e l’altra inverso lo Meriggio, la quarta inverso l’Aquilone, e ciascuna schiera n’andava cantando maravigliosi canti; in questo significando che come da san Francesco gonfaloniere della Croce di Cristo era stato a loro predicato, e sopra loro fatto il segno della croce, secondo il quale egli si divisono in quattro parti del mondo: così la predicazione della croce di Cristo rinnovata per san Francesco si dovea per lui e per i frati portare per tutto il mondo; li quali frati, a modo che gli uccelli, non possedendo nessuna cosa propria in questo mondo, alla sola provvidenza di Dio commettono la lor vita. |
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IV Frate Elia il superbo e l’Agnello di Dio che bussa alla porta. |
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VIII La perfetta letizia. Il racconto di San Francesco in cammino con Frate Leone. |
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XI San Francesco e Frate Masseo devono scegliere la strada da prendere. |
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XV Come santa Chiara Mangiò con san Francesco e coi compagni frati in Santa Maria degli Angeli |
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XVI San Francesco e la predica agli uccelli. |
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XVII Il “fanciullo fraticino” che lega la sua corda a quella di San Francesco per seguirlo di notte. | |
XXXII Frate Masseo pronto a dare gli occhi in cambio della grazia. La gioia della grazia ricevuta. |
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XXXIII Santa Chiara benedice il pane e appare il segno della croce su ogni pane. |
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XXXIV L’abbraccio silenzioso di Frate Egidio e Santo Ludovico re di Francia. |
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XXXV Santa Chiara inferma viene miracolosamente portata in San Damiano la notte di Natale. |
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XXXVI La visione di Frate Leone spiegata da San Francesco. | |
XXXVII Un nobile, dopo aver accolto nella sua casa San Francesco, si converte. |
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